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Pianta Casuarina equisetifolia Vaso 7cm
Generalità:
Originaria dal Sud Est asiatico e l'Australia sudorientale, la Casuarina equisetifolia è la specie più coltivata della famiglia delle Casuarinaceae. È diffusa in sessanta paesi lungo la fascia tropicale-temperata del mondo. In Africa ed India viene coltivata come albero da reddito per la sua velocità di crescita, alta densità d'impianto, qualità del legno e perché l'80% della sua biomassa è concentrato nel tronco.
- Vaso 7cm, Altezza 5/15cm
Generalità:
La Casuarina comune è una pianta pioniera, coltivata come prima barriera frangivento e per fissare le dune grazie alle sue radici poco profonde ma molto estese. Cresce e si sviluppa su suoli poveri di nutrienti, grazie alla capacità di fissare l'azoto atmosferico che le conferiscono le actinorrize, noduli radicali simili a quelli riscontrati nelle Fabaceae, prodotti dalla simbiosi con attinomiceti del genere Frankia. La specie cresce bene anche su suoli con elevato grado di salinità e resiste allo stress idrico. La Casuarina comune è una pianta da pieno sole adatta a climi temperati-caldi. Si propaga sia per semi che tramite talee.La Casuarina equisetifolia è un albero che può raggiungere i 35 metri, con chioma piramidale, espansa e di colore verde scuro. Ha un tronco diritto e robusto, i frutti ricordano le pigne del pino, da cui il nome comune inglese "Australian pine". I cladodi ricordano le piume del casuario e hanno una conformazione simile a quella degli equiseti, da cui deriva il nome specifico. In Australia, Africa e India viene chiamata ironwood - legno di ferro - per il suo legno duro, capace di resistere anche immerso in acqua di mare, per cui viene utilizzato per la costruzione edile e navale, per la fabbricazione di carta e mobili, e per produrre carbone.
Coltivazione e Cura:
Il suo habitat è quello costiero, prevalentemente sulle spiagge e sulle dune sabbiose, ma anche su terreni rocciosi e in ambienti paludosi. Questa specie è presente anche in Italia, dove è stata introdotta come pianta ornamentale e frangivento, naturalizzandosi in Toscana e Puglia; presente occasionalmente anche in Lazio, Campania e Sicilia (Foto 1). Nel nostro paese non sembra particolarmente invadente, probabilmente perché tollera bene temperature maggiori di 40°C e venti salini, grazie alla particolare conformazione dei suoi cladodi, ma muore se la temperatura media del mese più freddo è minore di 10°C, con un minimo assoluto di 5°C.